Arte e scienza delle storie di Instagram

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Per avere successo su Instagram, il social media del momento, devi creare le storie. Punto. Eppure stai procrastinando. Ripeti in continuazione che non te la senti, che sei timido/a, che non ti fa sentire a tuo agio in video. La verità? Sono tutte scuse. E so di cosa sto parlando perché poco più di un anno fa ero io nella tua stessa situazione Ascolta la puntata 28 del podcast per scoprire cosa ho fatto e cosa puoi fare tu.

In questa puntata scoprirai:

  • come ho superato le mie paure e chi mi ha aiutato;

  • perché le storie sono importanti e come creano fiducia;

  • come mai le storie e più in generale i video hanno questo magico potere di creare fiducia senza la quale non si possono fare affari online.

Link & risorse

Ecco tutte le risorse e i link che ho citato in questa puntata


 

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Hey, hey benvenuti nella puntata numero 28 del podcast Comunicare per connettere.

La pillola di online marketing di oggi è dedicata alle storie di Instagram.

Se hai un profilo business DEVI utilizzarle. Funzionano e ti possono aiutare a creare non solo interesse ma anche le opportunità di vendita. Sono divertenti da consumare, anzi creano dipendenza, però quando bisogna farli? Panico.

Per avere successo su Instagram - il social media del momento - devi creare le storie. A dire il vero dovresti utilizzare tutte le funzioni soprattutto quelle nuove (hello, Reals) però le storie ormai non sono un optional. Eppure stai procrastinando.

Ripeti in continuazione che non te la senti, che sei timido/a, che non ti fa sentire a tuo agio. La verità? Sono tutte scuse. Sembrano ostacoli reali però credimi che non lo sono.

E so di cosa sto parlando perché poco più di un anno fa ero io nella tua stessa situazione Difendevo a spada tratta le mie convinzioni limitanti. Ma poi le ho superate e sai cosa ti dico? Tutti i blocchi e le barriere che vedevo e che sembrano irremovibili si sono rivelati invece irrilevanti.

In questa puntata scoprirai perché e come ho superato la paura di mostrarmi in video e perché dovresti smettere di procrastinare anche tu.

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Perché, quando e come ho iniziato con le storie di Instagram

Inizio questa puntata con la mia esperienza che penso sia indicativa e nella quale molti di voi vi potete riconoscere. Mostrarmi in video per me era terrificante. Non avrei mai pensato di doverlo fare e non intendevo farlo. Da brava “esperta di marketing”, però, ho sempre saputo che il video è importante. Lo dicevo ogni giorno ai miei clienti e ai miei studenti ma non so quanto ero credibile.

Alle fine del 2018 uno dei buoni propositi l’anno nuovo era: fare le storie su Instagram! In particolare volevo iniziare a promuovere il mio corso email gratuito in cui accompagnavo le persone a creare un piano marketing in 5 giorni.

Ed ecco il post che ho pubblicato l’8 gennaio dell’anno scorso:


Poco dopo aver pubblicato questo post ho ricevuto questo messaggio da Michael Walsh (su Instagram @copywritermadrelingua) che non ho mai incontrato dal vivo.



Sapere che non sei sola e tante persone stanno tifando per te ti aiuta?

Tante persone che vogliono sentire cos'hai da dire e come puoi arricchire le loro vite. Non solo l'idea, vogliamo vedere la tua arte all'opera.

Un consiglio però potrei darti e tutti quelli che leggeranno questo commento: trova un mentore, una persona che ti sprona, e segui i suoi consigli. Non intendo i soliti guru del marketing, un mentore che ti aiuta a crescere e a realizzarti.

Non sei sola perché tante persone che si trovano nella stessa tua posizione impareranno come si fa da te.

E tante persone come me saranno ispirati dai tuoi video e i tuoi contenuti per alzare la qualità del proprio percorso.

Ora puoi pubblicare quei video per favore?

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Beh inutile dire che mi sono commossa e che mi sono data una mossa.

L’insegnamento più importante che oggi vorrei condividere con voi sta proprio in queste sagge parole di Michael:

Invece di concentrarci sul nostro disagio concentriamoci sulle persone, o anche solo su un'unica persona, che forse proprio oggi ha bisogno di sentire il nostro messaggio.


E infatti il suo commento era come un allarme per me. Mi ha dato coraggio e pochi giorni dopo ho iniziato a farmi vedere. E sapete cosa ho fatto?

Ho iniziato la mia personale e solitaria sfida che ho chiamato: #sfidainstastorie. L’idea era di resistere per almeno 30 giorni ma ho resistito 11.

Da allora mi sono promessa di incoraggiare sempre gli altri. Quindi, se hai bisogno di qualcuno che tifi per te scrivimi su Instagram e sarà un onore per me essere la tua cheerleader.

La seconda cosa che ho imparato quando ho iniziato a postare le stories e che hanno un lato positivo le cose terrificanti. Se le guardi in faccia e ti abbandoni a quella sensazione di disagio per soli 30 secondi perdono il potere e diventano del tutto gestibili. È una promessa. E se vuoi vedere una persona pietrificata dalla paura in primi 15 secondi di terrore pure sul mio sito troverete anche la prima storia che ho creato. Chiedo venia!

Pochi giorni dopo ho cominciato a rilassarmi e divertirmi ma non riuscivo a essere costante.

Il mio piano per quest'anno (2020) era fare un ulteriore salto di qualità e diventare più costante.


STORIE DI INSTAGRAM: ALLA CONQUISTA DELLA COSTANZA

Contemplavo questa cosa verso la fine di dicembre. Nel mio grande piano per un meraviglioso 2020 le storie avevano un ruolo importante. Mi domandavo come sarei riuscita a creare questa routine e disciplina attorno alle storie quando ho intercettato un post di Bree su Instagram. Bree è una giovane Instagram strategist australiana.

Sono andata a vedere il sul suo profilo e ho trovato i post che parlavano soprattutto di storie. I post erano generosi, freschi, originali. Il suo account era di dimensioni normali (penso che all’epoca avesse sui 3000 follower). Questo per me è importante. Riesco a relazionarmi di più con chi non ha ancora un’enorme pubblico. Credo che le persone che hanno account più piccoli riescono a riconoscere e comprendere le sfide di oggi di Instagram.

Finalmente ho trovato la mentore di cui parlava Michael nel suo messaggio.

Bree annunciava la sfida #30daystorychallenge che sarebbe iniziata il 15 gennaio.

È scattata la scintilla e mi sono iscritta.

Anche se Bree vive dall’altra parte del mondo in un altro fuso orario

Anche se la challenge è in inglese e quasi tutti i partecipanti hanno usato inglese per creare le storie.

Anche se il mondo è pieno di Instagram strategist e guru che fanno quello che fa lei.

Anche una tonnellata di informazioni sono disponibili gratuitamente.

Niente mi ha fermato perché io volevo lavorare con lei.

Una parentesi: questo è il potere della rete. Trovare la “vostra gente”, le persone che vogliono esattamente quello che fate voi e come lo fate voi non è mai stato così facile. Le persone che vi scelgono con questa convinzione saranno disposte a pagare di più, fare più strada, sopportare qualche disagio o inconveniente pur di lavorare con voi! I social media sono un alleato prezioso: far vedere i contenuti giusti alle persone giuste nel momento giusto - è il principio sul quale si basano tutti gli algoritmi.

Ho aderito quindi alla sfida da metà gennaio fino quasi alla fine di febbraio. E posso dirvi che la sfida non era una passeggiata. Mi sono divertita, disperata e ho imparato un bel po di cose che vorrei condividere con voi in questa e altre puntate che sono in arrivo proprio perché so che per molte persone le storie e i video sono ancora un tabù.

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A proposito, sempre con Bree in queste settimane sto facendo un’altra sfida 30dayreelschallenge per abituarmi ad usare anche la nuovissima funzione di Instagram che si chiama Reels appunto. Se vuoi vedere di cosa si tratta vieni a trovarmi su Instagram @aleksandrabobic e già che ci sei salutami in DM.

Tutto quello che imparo raccoglierò in una delle future puntate del podcast

Il potere delle storie sta nel fatto che sono il modo migliore per creare coinvolgimento, farsi conoscere e creare il famoso fattore “know-like-trust” (conosce - piace - si fida) senza il quale non si può parlare di una presenza online rilevante.


E questo vale indipendentemente dal settore, nicchia, ambito, tipologia dell’attività o dell’impresa che gestisci.

Storie di instagram

500 milioni di persone usano le storie di Instagram ogni giorno.

Da quando Instagram le ha inaugurato hanno solo aumentato la popolarità e sono state la principale causa del successo e del boom che ha avuto Instagram negli ultimi anni.

Per gli account personali e personal brand non ci sono proprio dubbi che le storie e soprattutto farsi vedere in video sia la scorciatoia verso il successo online. Non è l’unica cosa che conta però è indispensabile.

Ma anche le aziende possono beneficiare. Anzi. È un ottimo modo per distinguersi e mostrare finalmente il lato umano. Un grande cambiamento che è arrivato con i social è che le persone vogliono fare affari e acquistare dalle persone e non dalle realtà distanti e astratte.

E niente come farsi vedere in store/video aiuta a catturare l’attenzione, conquistare fiducia e convertire i follower in clienti.

Spero di averti convinto ma se cerchi ancora qualche prova. Magari scientifica? Ti capisco.

Ecco perché farsi vedere in video è così efficace secondo la ricerca.

Perché ci piacciono le storie e altri brevi video grezzi

Ci sono numerose ricerche a questo proposito. Il fenomeno è legato al modo in cui è programmato e in cui si è evoluto il nostro cervello.

Abbiamo questa capacità innata di leggere i visi in pochissimi secondi. È una capacità che ai nostri antenati poteva salvare la vita e a noi oggi aiuta a decidere in poco tempo se la persona che abbiamo di fronte merita la nostra fiducia.

Se dovessimo fare la stessa valutazione solo in base alle immagini statiche e ai testi sarebbe molto più lunga e difficile e comunque non ci fideremo mai delle nostre stesse impressioni perché sappiamo benissimo che sia i testi sia le immagini possono essere truccate, abbellite, ritoccate. Fingere in video quando puoi vedere tutte le microespressioni - che è proprio quello che il nostro cervello cattura e interpreta in modo infallibile - è molto più difficile oserei dire impossibile. Soprattutto considerato che i brevi video su Instagram solo grezzi e non elaborati.

Le storie funzionano anche perché provocano le scariche di dopamina, è un neurotrasmettitore prodotto dal cervello conosciuto come l’ormone dell’euforia, in quanto la sua presenza è legata alla sfera del piacere e al meccanismo della ricompensa

Le storie creano quella sensazione di vicinanza. Ci sembra di conoscere le persona che vediamo in video. Questa illusione di intimità in qualche modo fa si che prestiamo più attenzione, siamo più coinvolti e investiti in una relazione anche se è e rimane del tutto virtuale. E questa familiarità crea fiducia. E la fiducia è il sacro graal dell’online marketing.

Gli influencer/ celebrity lo sanno benissimo infatti spesso sembrano narcisisti da quanto si fanno vedere in foto e in video. Però hanno capito - probabilmente dalle relazione dei follower - che è un approccio che funziona.

Quindi, professionisti e personal brand: abbiamo capito che ormai se non ci facciamo vedere la gente può legittimamente chiedersi cosa cavolo abbiamo da nascondere.

Le aziende, invece: il vostro prodotto può essere fantastico, il tuo team simpatico mentre fa il pranzo oppure la vista dal finestrino dell'aereo mozzafiato però niente di queste cose catturerà l’attenzione delle persone come il viso

Osservare i visi e i video ci aiuta a memorizzare e percepire meglio le situazioni.
Ed è tutto per questa puntata.

Se ti è piaciuta ti sarei grata se potessi lasciare una recensione in Apple Podcast e noi ci sentiamo presto. Fammi sapere cosa ne pensi delle storie. Scrivimi un messaggio diretto su Instagram oppure, perché no, rispondi a una delle mie storie

Grazie ancora per la tua attenzione!

Alla prossima e ciao ciao.


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Grazie di cuore!


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